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La graniglia, storia di un materiale povero ma di grande effetto

Conosciuta in tutto il mondo con nomi diversi (terrazzo tiles, baldosa…) la graniglia è uno dei primi materiali nati grazie al riciclo degli scarti della lavorazione del marmo e delle pietre, legati con cemento, colorati con ossidi naturali ed impastati con acqua.

Articolo tratto dal sito www.grandinetti.it, al quale si rimanda per ulteriori approfondimenti

Conosciuta in tutto il mondo con nomi diversi (terrazzo tiles, baldosa…) la graniglia è uno dei primi materiali nati grazie al riciclo degli scarti della lavorazione del marmo e delle pietre, legati con cemento, colorati con ossidi naturali ed impastati con acqua.
Proprio come molti piatti della cucina tradizionale Italiana, la mattonella in graniglia nasce come prodotto povero, le possibilità infinite di decorazione con le bordure, i tappeti che arricchiscono le tinte unite, hanno permesso e permettono tutt’oggi di ottenere pavimenti di altissimo pregio che contraddistinguono le più belle pavimentazioni in Italia e nel mondo.

La marmetta nasce alla fine del 1800, parallelamente all’invenzione e all’utilizzo del cemento, usato come legante per le schegge ottenute dalla frantumazione dei più svariati tipi di marmo (da qui l’origine della vasta gamma di colori che caratterizza la produzione delle marmette in graniglia) a costituire l’impasto successivamente pressato in forme.
Più difficile stabilire il luogo di nascita, ma non è escluso che le prime marmette siano state effettivamente prodotte da una comunità di frati residente a San Severino Marche, la cittadina che divenne poi, negli anni ‘50, il più importante centro italiano di produzione. La “pastina”, invece, che potremo definire il genitore della graniglia in quanto costituisce la pavimentazione di numerosissimi palazzi e abitazioni del 1800 e del primo ‘900, è caratterizzata da una macinazione molto più sottile del marmo rispetto alla marmetta e dalla successiva miscelazione con leganti idraulici e ossidi naturali.
Progettualmente, stilisticamente, esteticamente la marmetta in graniglia è certamente ispirata agli stupendi pavimenti in “terrazzo alla veneziana” che venivano interamente realizzati sul posto e che ornano ancora oggi le più belle ville d’Italia (basti pensare alle ville del Palladio), tanto che, nella più semplicistica analisi, la marmetta può essere considerata una sorta di pavimento alla veneziana “precostituito”.
Determinanti nella valorizzazione dei pavimenti in graniglia sono stati gli ornamenti: greche, bordure e tappeti che abbelliscono i fondi in tinta unita. Questi ornamenti, oggi divenuti dei classici, nacquero e si svilupparono nei primi decenni del ‘900 e si suddividono ancor oggi in “geometrici” e “floreali” secondo le due tendenze culturali allora dominanti: quella liberty (1910/20), in Italia più propriamente detta “floreale”, e quella futurista (1930/40) che predilige movimenti e geometrie. Fin da allora la marmetta garantiva, oltre a doti eccezionali di qualità e durevolezza, un notevolissimo pregio estetico, tanto che fu felicemente utilizzata anche per la ripavimentazione di palazzi di epoche precedenti, ottenendo splendide realizzazioni oggi protette dalle Soprintendenze alle Belle Arti.

LA PRODUZIONE CONTEMPORANEA
Il pavimento in graniglia riprendere quota in questo ultimo decennio, trovando un raffinato impiego nella ristrutturazione di pregio, un segmento di mercato che diviene ogni anno più importante. L’utilizzo sempre più diffuso nella ristrutturazione di pregio ha fatto quindi da volano al rilancio della graniglia nella edilizia “nuova”, dove la domanda è in netta crescita.
La riscoperta e il successo della graniglia sono certamente dovuti anche alla messa a punto di nuove tecniche che eliminano i punti deboli della precedente produzione:

  • il trattamento con efficaci prodotti antiassorbenti la protegge dalle macchie;
  • la possibilità di offrire una finitura di superfice lucida consente di escludere la lucidatura dopo la posa in opera;
  • una facile reperibilità del prodotto sul mercato.

Da ultimo, la graniglia ha fatto il suo ingresso nel mondo del rivestimento, entrando in bagno e cucina ed offrendo particolari soluzioni di arredo che spaziano dai mosaici ai torelli di finitura, dai top alle mensole sagomate e alle cornici per gli specchi (catalogo Decem Tessellatum).
La graniglia, come suol dirsi, è un prodotto di nicchia e pertanto ricopre una fetta di mercato ridotta, ma di grande prestigio e qualità. Non trascurabile rimane l’impiego che se ne fa per restaurare vecchi pavimenti in edifici pubblici, chiese, palazzi d’epoca. In questo contesto, oltre che in realizzazioni di estrema raffinatezza riguardanti la clientela privata, si colloca anche il moderno utilizzo della “pastina”, le cui prime applicazioni, come abbiamo già detto, risalgono alla seconda metà del 1800.

I COLORI NEI DECORI: CROMATISMI NEL MEDESIMO COLORE
I colori nei decori si ottengono con un procedimento diverso da quello delle abbinate mattonelle a tinta unita; questo in termini visivi, già determina una diversità (nello stesso colore) tra mattonelle a tinta unita e mattonella decorata, diversa ma in armonia. Ulteriore variabile di medesimo colore (tra decoro e tinta unita) e predeterminata dalla maestria del decoratore che deve conciliare la continuità nei colori e la formulazione degli impasti in base alle anse delle varie dimensioni che si presentano da disegno a disegno.
Oggi giorno la tendenza a comporre decori è decisamente semplificata, quasi nessun produttore diversifica gli impasti di medesimo colore in relazione all’ampiezza delle anse. Nella continuazione della tradizione secolare della manifattura, vale la regola che nelle piccole anse, in spazi sottili che compongono il disegno, vengono usati impastini a granulometria più piccola, e comunque adeguata allo spazio da comporre.
Questa sapiente tecnica consente di armonizzare le dimensioni dei “granelli” in spazi consoni. Si ottiene in questo modo un disegno più delineato e preciso con delle scale di diversità armonizzate dalla maestria del decoratore.
Il decoratore esperto provvede a selezionare le granulometrie degli impasti in base al proprio giudizio competente.  Di sovente in una marmetta a disegno possiamo incontrare il medesimo colore con cromatismi diversi da un elemento all’altro del disegno.

La Grandinetti, azienda nata a San Severino Marche nel 1902 e che non ha mai interrotto la propria attività, rifiuta il concetto meccanicistico esemplificativo per cui vale impasto unico per ogni codice-colore prescindendo dalle linee, le forme e la definizione del decoro.
Chi sceglie Grandinetti è a conoscenza di usufruire di queste peculiarità. Da quanto esposto si evince che il cliente opziona i colori ma non i cromatismi dei medesimi che sono esclusivo compito del decoratore.

Vai al sito per approfondire, oppure clicca qui per scaricare il manuale completo “CONOSCERE LA GRANIGLIA - MANUALE TECNICO INFORMATIVO” in pdf.