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Norbert Lantschner: il mondo delle costruzioni in trasformazione per una società sostenibile

L’edilizia italiana mai come adesso si trova davanti ad un bivio: Cambiamento o declino. Sappiamo che la distruzione delle risorse petrolifere e materie prime, il progredire del riscaldamento globale, il continuo degradare degli ecosistemi e anche la diseguaglianza sociale sono innegabili segnali di profonda insostenibilità dei nostri comportamenti.

 Verso la società sostenibile:  Il mondo delle costruzioni in trasformazione
 
L’edilizia italiana mai come adesso si trova davanti ad un bivio: Cambiamento o declino. Sappiamo che la distruzione delle risorse petrolifere e materie prime, il progredire del riscaldamento globale, il continuo degradare degli ecosistemi  e anche la diseguaglianza sociale sono innegabili segnali di profonda insostenibilità dei nostri comportamenti.
 
La qualità del nostro futuro dipende come rispondiamo a queste sfide.
Saremo capaci di imparare velocemente un impiego intelligente di tutte le risorse rispettando i limiti della crescita e della rigenerazione della biosfera? Le nuove tecnologie, materiali e sistemi ci daranno una mano a diventare più leggeri nell’uso di risorse energetiche e minerarie, ma sicuramente non basterà difronte alle dimensioni dei problemi che la nostra interpretazione di sviluppo ci ha creati. La strada che ci guida in futuro più sostenibile ha due guardrail: eco-efficienza e eco-sufficienza. Significa che serve una riflessione sulle vere esigenze individuali e collettive che ci permette di vivere “bene”.
 
Abbiamo perso un sacco di tempo e se ancora non correggiamo la rotta, diventerà sempre più difficile “saldare i conti” ci presenterà inevitabilmente  la natura. Già vent’anni fa, nel corso del Vertice della Terra a Rio de Janeiro nel 1992, al pubblico mondiale furono mostrate in modo inequivocabile le conseguenze che avrebbero avuto sull’uomo e sull’ambiente il crescente sfruttamento delle risorse, il velocissimo incremento delle emissioni di gas a effetto serra e l’inquinamento in costante crescita degli ecosistemi.
 
Le ultime statistiche dimostrano che queste minacce hanno raggiunto una dimensione preoccupante. Il costante aumento della popolazione mondiale con una fame insaziabile di risorse e il crescente divario fra ricchi e poveri impongono di agire rapidamente per tentare di trovare un equilibrio tra ambiente, economia ed equità sociale.
 
Che cosa fare?  Le priorità delle azioni si concentrano nei temi energia e clima. Le risposte che sviluppiamo a quelle sfide decideranno il nostro futuro. Le energie fossili si stanno inevitabilmente esaurendo e le conseguenze del loro sfruttamento saranno devastanti per il clima terrestre. Per questo la tutela del clima è anche un imperativo di ragione economica.
 
Emergenza energia
Per produrre la quantità di petrolio, che oggi sul pianeta stiamo consumando in una sola giornata, la natura ha impiegato 500.000 giorni per produrla.
Sul fronte energia l’analisi della situazione espressa in domanda e offerta senza dubbi si può definire critica.
Nell’estate 2008 il barile di petrolio ha toccato la soglia dei 150 dollari. Negli ultimi cinquanta anni l’aumento del prezzo del petrolio ha raggiunto circa il 6.000%, mentre gli stipendi hanno subito un aumento intorno al 200%.
Non servono esperti per capire che stiamo programmando in modo sistematico l’incremento della povertà.
Ogni rincaro dell’energia implica un impoverimento della popolazione.
Questo vale anche per gli stati come l’Italia che, per coprire il proprio fabbisogno energetico, dipendono quasi esclusivamente dalle importazioni. Il denaro speso per l’acquisto di petrolio, gas o carbone finisce all’estero, ciò significa che regaliamo giorno per giorno parte della nostra ricchezza e del nostro benessere.
 
Emergenza clima
Scaricando nell’atmosfera immensi quantitativi di gas climalteranti l’uomo è stato in grado di modificare la composizione naturale dell’aria. Cosi l’uso massiccio di carbone, petrolio e gas ha fatto scattare il più grande esperimento della storia da quando ce l’uomo sulla terra: il cambiamento climatico.
Conosciamo da anni i rischi che derivano dal surriscaldamento, sappiamo che dobbiamo intervenire a mitigare questo processo ma ogni hanno le nazioni unite ci informano sui nuovi record di emissioni di gas a effetto serra. Ogni giorno finiscono per aria circa 100 milioni di tonnellate di CO2.
Cosi l’anidride carbonica è diventato il più importante rifiuto invisibile e inodore che stiamo producendo.
Da tutti le zone del pianeta arrivano innumerevoli segnali che evidenziano la gravità della situazione. Non mancano informazioni che si occupa del timore degli scienziati o azioni d’allarme dagli ambientalisti, ormai le voci critiche lanciano anche i rappresentanti del mondo economico come le grandi compagnie di assicurazione o dalla banca mondiale. Il cambiamento climatico non è solo un problema ambientale ma economico e sociale. Malgrado questo negli ultimi venti anni le emissioni di CO2 sono cresciute più del 50%.
 
L’edilizia – il primo settore in grande trasformazione
Gli edifici dissipano circa la metà dell’energia globale, anche in Europa sono le case che consumano circa il 40 per cento dell’energia e a loro viene attributo un terzo delle emissioni di CO2.
Per questo l’Unione Europea ha individuato l’edilizia come settore chiave per la crescita intelligente e sostenibile. Una serie di direttive ha l’obiettivo di rendere gli edifici energeticamente sempre più efficienti.
Il bello della situazione è che abbiamo tutto, le tecnologie, i sistemi, i materiali e il Know
 
 
How per costruire o risanare abitazioni che garantiscono il comfort, il risparmio energetico e la riduzione dell’impatto ambientale. E sono economicamente ragionevoli.
 
 
Il nuovo abitare
Non sappiamo che cosa potrà offrire il mercato nel 2030 per realizzare la casa del futuro bensì conosciamo i principi che dovremo perseguire non per ideologia ma semplicemente perché non abbiamo altre scelte.
 
I principi che dovremo concretare nella nuova edilizia in tutte le fasce climatiche sono:
  • Ottimizzare l'efficienza energetica, idrica e dei materiali;
  • Ottimizzare i processi di riciclo e recupero;
  • Minimizzare le emissioni di gas climalteranti;

Importante è rispettare anche le priorità nelle scelte: L’energia più intelligente è l’energia non consumata.

Questo deve essere la base di un nuovo modo di progettare e costruire le nostre case. La progettazione integrata permette sin dall’inizio di implementare il Know How dell’efficienza energetica e della bioclimatica. L’orientamento, la geometria e la zonizzazione incidono sui futuri consumi, ma in modo particolare determina la qualità dell’involucro quanto si deve spendere di energia per avere un adeguato confort in tutte le stagioni dell’anno. Il grado di coibentazione delle pareti e coperture come l’assenza di ponti termici e la tenuta all’aria permette di minimizzare il consumo di energia e di aumentare il benessere abitativo. A questi obiettivi contribuisce anche la scelta impiantisca cioè la produzione, distribuzione e regolazione dell’energia. 

Non sola un’attenta progettazione ma anche un’accurata esecuzione dei lavori è necessaria per raggiungere l’obiettivo finale di un’abitazione dove si vive bene e si spende poco per la gestione. Solo con imprese e maestranze qualificate si ottengono questi risultati. Chiaro che una casa di alta efficienza energetica contribuisce alla protezione dell’ambiente del clima. 
Alla fine però dopo avere investito in progetto e manodopera non va dimenticato che il bilancio energetico finale e il suo impatto climatico-ambientale di una casa dipendono notevolmente dei comportamenti dei singoli abitanti.
 
Il monitoraggio può dare una mano a ottimizzare processi e comportamenti, perché permettono dall’analisi delle prestazioni e dei consumi a cambiare e intervenire i quei punti che sono responsabili per gli inutili sprechi di risorse.
 
Norbert Lantschner
 
 
 
 
 
 
La strada verso un uso intelligente delle risorse passa dall’informazione, al sapere e fare. Non dimenticando che: Migliorare l‘ambiente costruito non dipende solamente da nuove tecniche e materiali, bensì da un nuovo modo di pensare
 
 
La Fondazione ClimAbita