Lavorando da oltre 40 anni nel mondo delle pavimentazioni resilienti ho avuto modo di vivere l’andamento delle richieste di queste pavimentazioni, cercherò di illustrarne le dinamiche che hanno determinato l’avvento di alcune e la riduzione o addirittura la scomparsa di altre.
Grazie a Mapei che raccoglie da decenni i dati delle pavimentazioni resilienti relative il mercato Italiano, possiamo disporre di uno storico che inizia nel 1997 sino al 2019: ventitré anni di mercato Italiano che raccolgono molte informazioni che bisogna saper catturare.
La suddivisione in 11 diverse famiglie ci consentirà di comprendere meglio cosa è successo:
Il primo grafico è relativo al mercato globale delle pavimentazioni e rivestimenti murali resilienti.
È evidente come sia difficile poter tornare oggi ai volumi degli anni 2001 e 2002, soprattutto perché le pavimentazioni resilienti sono strettamente legate all’edilizia sanitaria. Quest’ultima, a parte l’attuale situazione dettata dalla pandemia, ha visto un costante calo dei posti letto e conseguentemente delle strutture sanitarie nel periodo preso in esame.
Come evidenziato dal grafico seguente, fonte OCSE e Commissione UE.
Analizziamo entrando nel dettaglio di ognuna delle undici famiglie prodotto che abbiamo identificato per comprendere meglio impieghi ed evoluzioni piuttosto che involuzioni.
Le Pavimentazioni Semiflessibili (ISO 10595) dette anche VCT (Vinyl Composition Tile) sono state le prime che hanno soppiantato il linoleum grazie alla loro modularità e facilità di installazione. Nonostante questo sono quasi scomparse dal mercato Italiano, ma ancora fortemente presenti e performanti in quello Americano. Hanno una struttura omogenea e nascono dal vecchio Vinil Amianto, che una volta proibito, è stato sostituito dal Carbonato di Calcio, rendendo estremamente semplice il riutilizzo delle VCT a fine vita. Il loro limite rimane il formato che, causa la loro “Semiflessibilità”, impedisce la possibilità di realizzarle in rotoli aumentando la quantità di giunti. Inoltre non possono essere Termosaldate rendendo impedendo la realizzazione di una pavimentazione monolitica.
Le pavimentazioni in PVC antiscivolo vedono al loro interno sia quelle Omogenee (ISO 10581) che quelle Eterogenee (ISO 10582). Le loro proprietà antiscivolo possono prevedere anche l’utilizzo a piedi scalzi in presenza d’acqua (DIN 51097) e sono ottenute o per rilievi presenti sulla superficie (atti a ridurre il fenomeno “aquaplaning”) che per inclusione nell’impasto di particelle di corindone o similari (atte a creare quasi un effetto “carta vetrata” per evitare il fenomeno del aquaplaning). Questo tipo di pavimentazioni vede il loro impiego prevalentemente in locali bagno/doccia, soprattutto in strutture sanitarie dove l’accesso avviene appunto a piedi scalzi e con presenza d’acqua sul pavimento. Le proprietà antiscivolo, grazie alla possibilità di termosaldare i giunti, consentono di avere una pavimentazione monolitica perfettamente impermeabile rendendole insostituibili e consentendo loro una buona stabilità di volumi.
Le pavimentazioni in PVC Eterogenee (ISO 10582) comprendono anche i Rivestimenti Murali e sono state le prime pavimentazioni tecniche in grado di modificare il loro aspetto imitando il legno ed anche qualche pavimentazione granigliata. L’utilizzo di chips colorate sullo strato d’usura, che può arrivare anche ad un millimetro di spessore ha consentito di realizzare il primo effetto tridimensionale. Determinante è stato anche il formato, in rotoli da 200 cm sino a 400 cm di larghezza, che ha consentito una netta riduzione del numero dei giunti entrando rapidamente in concorrenza con pavimentazioni come i PVC Omogenei ed il Linoleum. È interessante sottolineare che gli LVT sono nati da pavimenti in PVC eterogeneo prodotti in rotoli e successivamente tagliati in Piastre e Doghe. Nel corso del periodo analizzato i pavimenti e rivestimenti murali eterogenei, nonostante i rivestimenti murali, non sono stati in grado di contenere la perdita di volumi a causa dall’avvento delle pavimentazioni LVT che, grazie alla loro modularità, sono state immediatamente percepite come più facili da installare e soprattutto da trasportare.
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Permettetemi di concludere queste mie riflessioni con un pensiero, ed un ricordo, un grazie al Dott. Giorgio Squinzi e alla dott.ssa Adriana Spazzoli, senza il loro Amore per questo piccolo mondo delle pavimentazioni resilienti non sarebbe mai stato possibile avere questi dati e conseguentemente questa visione.
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