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Una nuova arena tecnologica per il Colosseo: Invitalia pubblica un bando di gara per la progettazione

Invitalia ha pubblicato un bando di gara per l’affidamento di servizi di progettazione e nello specifico l’obiettivo è quello di “rendere nuovamente fruibile la superficie del piano dell’arena del Colosseo e individuare una soluzione tecnologica, compatibile e reversibile, per la copertura degli ambienti ipogei”.

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Un bando di gara che potrebbe definirsi “lampo” quello pubblicato da Invitalia - date le tempistiche serratissime per l'espletamento delle procedure - e che prevede l’affidamento dei servizi di progettazione definitiva, esecutiva e coordinamento della sicurezza in fase di progettazione volto ad accrescere la valorizzazione economica e culturale del Colosseo.

Il bando è stato pubblicato lo scorso 22 dicembre e il termine ultimo per presentare le offerte è fissato al 01 febbraio 2021.

Una nuova arena per il Colosseo: cosa prevede il bando di gara?

Obiettivo è la progettazione di un nuovo piano per l’arena dell’Anfiteatro Flavio. Nello specifico la possibilità di restituire la superficie del piano dell’arena alla pubblica fruibilità e che, al tempo stesso, possa proteggere le strutture archeologiche sottostanti. Grazie all’uso di soluzioni tecnologiche e integrate, gli interventi dovranno essere progettati in modo da offrire contemporaneamente la percezione del piano dell’arena su cui avvenivano i giochi e la visione del complesso sistema di strutture e meccanismi sottostanti “motore” della macchina organizzativa degli antichi spettacoli.

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Quali caratteristiche dovrà presentare il nuovo piano dell’arena del Colosseo?

Nella nota stampa pubblicata da Invitalia si legge che “la nuova arena dovrà essere pensata come un piano unitario, ad alto contenuto tecnologico, costituito da dispositivi meccanizzati di apertura e chiusura, consentendo ai visitatori di comprendere la sinergia e la stretta relazione con i sotterranei, anche utilizzando sistemi che rimandino ai meccanismi degli ascensori e delle scene mobili antiche.

Il sistema mobile dovrà essere realizzato in modo da poter essere attivato in tempi rapidi e più volte nella stessa giornata, per proteggere le strutture archeologiche dalle precipitazioni atmosferiche (o da una eccessiva insolazione) e allo stesso tempo svelare i segreti della complessa macchina organizzativa degli spettacoli.”

Nel DIP si specifica che circa "i materiali costituenti le finiture potranno, a scelta del progettista, sia richiamare i materiali usati in antico per riprodurre una lettura filologica, sia essere invece assolutamente contemporanei ad evidenziare il contrasto tra le strutture antiche e quelle di nuova realizzazione. 

In ogni caso, materiali e prodotti utilizzati dovranno essere compatibili dal punto di vista chimico, fisico, meccanico, di durabilità, stabilità nel tempo e di reversibilità con i materiali attualmente presenti nel monumento, con il regime microclimatico esistente e con quello eventualmente prospettato dalla nuova realizzazione e, infine, con tutte le attività di fruizione e manutenzione esistenti e previste negli ipogei e sul piano dell’arena."

Come si articola la procedura di gara?

La procedura di gara si svolgerà ai sensi degli articoli 60, 145 e seguenti, e 157, co. 1 del Codice dei Contratti.

L’aggiudicazione sarà effettuata secondo il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa individuata sulla base del miglior rapporto qualità/prezzo, ai sensi dell’articolo 95, co. 3, lett. b), del Codice dei Contratti.

La realizzazione dell’intervento sarà articolata in due fasi procedurali

La prima fase riguarda l’espletamento delle prestazioni relative alla progettazione definitiva ed esecutiva e al coordinamento della sicurezza in fase di progettazione, ai sensi dell’art. 24 del Codice dei Contratti. 

La seconda fase, oggetto di successivo affidamento, riguarda lo svolgimento della procedura di evidenza pubblica per l’esecuzione dei lavori, che sarà effettuata sulla base del progetto esecutivo approvato dalla Stazione appaltante e validato dal Responsabile Unico del Procedimento, ai sensi di quanto disposto dall’art. 59 comma 1 del Codice dei Contratti.

La progettazione definitiva sarà sviluppata in continuo confronto con la Stazione appaltante a partire dall’idea progettuale vincitrice del bando. Approvato il progetto definitivo e ottenute tutte le necessarie autorizzazioni di legge, ancora più serrati i tempi per lo sviluppo del livello esecutivo.

Nello specifico, 100 giorni per espletare il progetto definitivo ed esecutivo:

  • giorni 70 (settanta) dalla stipula del contratto d’appalto del servizio di progettazione per la redazione del progetto definitivo; 
  • giorni 30 (trenta) dall’acquisizione degli attii di assenso sul precitato progetto definitivo e dall’approvazione del medesimo da parte della Stazione appaltante per la redazione del progetto esecutivo.

Il progettista incaricato dovrà predisporre tutti gli elaborati necessari al fine di salvaguardare la qualità della progettazione, come meglio dettagliato nel DIP e nei relativi allegati.

Soggetti ammessi a partecipare al bando di gara

Sono ammessi a partecipare i soggetti indicati all’articolo 46, co. 1, lett. a), b), c), d), e) e f), del Codice dei Contratti.

Un’idea nata nel 2014 e fortemente voluta dal Mibact – Parco Archeologico del Colosseo

L’idea di ricostruire l’arena del Colosseo era stata lanciata dall’archeologo Daniele Manacorda nel 2014 e sostenuta dal ministro Franceschini che aveva inserito l’intervento nel ‘piano strategico Grandi progetti culturali nel 2015’ per un finanziamento complessivo di 18,5 milioni di euro.

La ricostruzione dell’arena del Colosseo è una grande idea, che ha fatto il giro del mondo. Sarà un grande intervento tecnologico che offrirà la possibilità ai visitatori di vedere non soltanto, come oggi, i sotterranei, ma di contemplare la bellezza del Colosseo dal centro dell’arena” ha commentato il Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini.

Termine ultimo per presentare le offerte: ore 18.00 del 01 febbraio 2021.

>>> Tutte le informazioni sono disponibili sulla piattaforma di gare e appalti di Invitalia


Una breve descrizione dell’area oggetto di intervento

Estratto del DIP allegato al Bando

“L’intervento di cui al presente Documento di Indirizzo Progettuale riguarda l’area degli ipogei del Colosseo e la possibilità di restituire la superficie del piano dell’arena alla pubblica fruibilità.

In antico l'arena del Colosseo, delle dimensioni di m 76 x 44, era costituita da un tavolato ligneo cosparso di sabbia.

Un primo progetto prevedeva che il tavolato poggiasse su impalcature mobili di legno così da permetterne lo smantellamento: ne risultava un'area vuota profonda circa 6 metri (dai 16 metri del fondo dell’arena ai 22 metri s.l.m., quota su cui si imposta l’edificio). Probabile che, almeno nelle intenzioni dei progettisti, questo spazio potesse essere allagato e permettere così l'organizzazione delle naumachie, che facevano rivivere storiche battaglie navali in scala ridotta, come riporta Marziale; evidentemente l’Anfiteatro era poco adatto a questi generi di spettacoli per cui Domiziano decise di trasferirli in altre sedi più idonee.

L'area resa così disponibile fu utilizzata dall’imperatore per realizzare un complesso sistema sotterraneo dal quale, grazie a diversi macchinari, scenografie le belve venivano fatte salire sul piano dell’arena.

I sotterranei erano organizzati in quindici corridoi, di cui 8 paralleli a una galleria centrale corrispondente all’asse maggiore dell’ellisse (est-ovest), e custodivano le attrezzature necessarie per i giochi, le armi e le gabbie per gli animali. Montacarichi azionati da argani erano utilizzati per far comparire al centro dell’arena, attraverso botole e piani inclinati, gladiatori, animali e macchine sceniche.

Agli ipogei si accedeva da quattro criptoportici, o gallerie sotterranee, disposte alle estremità dei due assi principali. Il corridoio cennrale proseguiva al di sotto della porta orientale dell’arena (la Porta Libitinensis) collegando i sotterranei alla più importante caserma di gladiatori, il Ludus Magnus, oggi parzialmente visibile nell’area archeologica tra Via Labicana e Via di San Giovanni in Laterano.

Rimandando ai capitoli seguenti ulteriori approfondimenti sull’area di intervento, occorre anticipare da subito che sin dal 1994, nell’ambito della Convenzione stipulata tra il Ministero per i beni culturali e ambientali e la Banca di Roma, era stata avanzata l’ipotesi di approfondire progettualmente le possibilità di realizzazione della copertura degli ipogei arrivando, nel 1998, alla redazione di quattro “Soluzioni strutturali preliminari” che qui si elencano e che saranno meglio approfondite: 

1° ipotesi - copertura parziale del settore orientale; 

2° ipotesi - copertura totale con appoggio delle nuove strutture direttamente sulle preesistenze archeologiche; 

3° ipotesi - copertura totale con appoggio delle nuove strutture su elementi isolati adiacenti le preesistenze archeologiche; 

4° ipotesi - copertura totale con sormonto delle nuove strutture sulle preesistenze archeologiche e appoggio perimetrale. 

Tra il 1999 e il 2000 venne ricostruita una porzione dell’arena situata sul lato orientale con la ricomposizione di 1/6 del piano alla originaria quota flavia e, in prosecuzione di questo, del pavimento del corridoio d’accesso orientale e ha comportato quattro anni di ricerche preliminari, dal rilievo grafico allo scavo archeologico, ai carotaggi.

Gli studi, eseguiti da esperti di varie discipline, hanno consentito l’approvazione di un progetto basato, per la prima volta nella storia del monumento, su un’accurata analisi filologica non solo delle originarie tracce strutturali, ma anche delle indicazioni provenienti dal confronto con analoghi monumenti.”