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Precisazione sui chiarimenti resi dall’ANAC sulla sospensione delle gare pubbliche ex art. 103 del Cura Italia

L’ANAC si rilegge - Precisazione sui chiarimenti resi dall’ANAC sulla sospensione delle gare pubbliche

A pochi giorni di distanza dalla pubblicazione della delibera n. 312 del 9 aprile 2020 e della segnalazione al Governo n. 4/2020 di pari data, l’ANAC interviene nuovamente sul tema della sospensione dei termini delle gare ad evidenza pubblica, introdotta dall’art. 103 del DL n. 18/2020 (c.d. Decreto Cura Italia), e poi prorogata fino al 15 maggio 2020 dall’art. 37 del DL n. 23/2020 (c.d. Decreto Liquidità), tornando su quanto in un primo momento aveva chiarito.

L’ANAC si rilegge - Precisazione sui chiarimenti resi dall’ANAC sulla sospensione delle gare pubbliche ex art. 103 del D.L. Cura Italia

Come abbiamo avuto modo di approfondire nel precedente articolo («Dopo il MIT anche l’ANAC interviene sull’ART. 103 del DECRETO LEGGE CURA ITALIA»), l’Autorità Nazionale Anticorruzione aveva fornito indicazioni per la gestione delle procedure ad evidenza pubblica nel periodo emergenziale in corso, al fine di favorire l’assunzione di comportamenti omogenei ed uniformi da parte delle stazioni appaltanti; in particolare, l’Autorità aveva dettato una serie di suggerimenti per le stesse stazioni appaltanti con riferimento tanto alle procedure di gara ancora da bandire, quanto alle procedure già avviate e ai contratti affidati e in fase di esecuzione.

Ora l’ANAC pubblica una “precisazione”, dal titolo eloquente: “Mai chiesta alle stazioni appaltanti la sospensione delle procedure di gara durante l’emergenza sanitaria”.

L’esigenza del nuovo intervento dell’Autorità trae origine da non meglio precisate “interpretazioni erronee”, da parte di alcune stazioni appaltanti, delle indicazioni contenute nella richiamata delibera 312/2020. Questo giro, l’Autorità chiarisce di non aver mai chiesto la sospensione delle procedure ad evidenza pubblica nel perdurare della situazione sanitaria emergenziale legata alla diffusione del Covid-19. E questo è vero: infatti, come avevamo segnalato nella precedente nota, l’Autorità aveva fatto appello alla discrezionalità delle stazioni appaltanti, sovrane delle procedure purché animate da motivazioni ragionevoli. Il fatto è che ormai, nel mercato dei contratti pubblici, basta un consiglio dell’ANAC, percepito come un comando invece che per quello che è – cioè una autorevole opinione –, per irrigidire e preoccupare oltre misura.

L’Autorità molto correttamente si è premurata di precisare, anzi, che essa “si è limitata a suggerire «l’opportunità di differire l’avvio delle procedure di gara già programmate» e di avviare soltanto quelle «ritenute urgenti e indifferibili», assicurando tuttavia “la massima pubblicità e trasparenza delle determinazioni adottate”. L’ANAC riconosce il valore di quello che è il contenuto della delibera n. 312/2020, ossia di “suggerimenti” dettati dall’opportunità del momento, che però potrebbero cedere il passo alle valutazioni concrete del caso specifico che le stazioni appaltanti, adeguatamente motivando, potrebbero effettuare nell’esercizio della loro discrezionalità.

L’ANAC si spinge oltre: richiamando la segnalazione al Governo n. 4/2020 e la preoccupazione in essa contenuta circa le possibili ripercussioni negative della sospensione incondizionata dei termini delle gare sul comparto degli appalti pubblici, sollecitando Governo e Parlamento a individuare misure ad hoc in vista della c.d. “fase 2”, sembra aprire verso il possibile svolgimento delle gare pubbliche, pur adottando tutti gli accorgimenti anche procedurali che l’attuale situazione consiglia. E difatti l’Autorità conclude la precisazione con l’affermazione, dal tono polemico, “che eventuali interpretazioni difformi, relative a una presunta richiesta di rinvio delle procedure di gara da parte dell’Autorità, è da considerarsi destituita di ogni fondamento”. Della serie: il potere di decidere il da farsi non spetta all’Autorità, ma alle PA che devono e possono esercitare il potere pubblico nel caso concreto. Eccoci: elogio della discrezionalità!

Insomma, l’intervento di ANAC si inserisce in una vicenda che fin da subito è apparsa poco chiara e mai come ora è importante fare appello al buon agire dell’amministrazione che meglio è conscia delle proprie esigenze e che, ci si augura, saprà perseguire l’interesse pubblico anche in questa situazione delicata. 

 

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