I rivestimenti resilienti a pavimento, come Linoleum, PVC e gomma necessitano di un supporto idoneo a sostenerli per la lunga vita operativa che hanno. Esistono, infatti, rivestimenti resilienti installati da oltre 70 anni. Per garantire nel tempo una pavimentazione resiliente è necessario sì un massetto di supporto performante ma la durabilità del sistema dipende da ogni singola sua componente: strato di finitura, supporto, primer, rasatura o collante.
Molto spesso mi capita di sentir dire “questo pavimento in linoleum è un disastro”; purtroppo mi trovo di fronte a due “inesattezze”
Ma cosa centra il massetto? Il massetto è il supporto primario delle pavimentazioni resilienti, a lui è demandata la resistenza meccanica, la resistenza alle sollecitazioni quotidiane, dai carichi concentrati a quelli rotanti.
Coadiuvato dal primer e dalla rasatura, il massetto diviene un tutt’uno con la pavimentazione resiliente; un legame che, grazie a proprietà meccaniche completamente diverse, dura decenni.
La parte più interessante di questo legame è proprio la diversità delle mansioni a cui sono chiamati i diversi componenti, che devono essere armoniche e durature.
Il massetto deve supportare il pavimento resiliente, distribuendo i carichi e garantendo una resistenza meccanica; il primer deve garantire l’adesione della rasatura, che anche se di spessore molto sottile, ha una sua funzione nell'aiutare il massetto a distribuire il carico, ed infine il pavimento resiliente che grazie ad un idoneo collante garantisce la monoliticità, evitando le infiltrazioni di acqua dalla superfice, e con la sua resilienza riesce ad attenuare le torsioni superficiali.
Mai come nel caso di una pavimentazione è la squadra che vince, il singolo componente non può nulla da solo. Infatti quando si desidera analizzare un problema relativo ad una pavimentazione resiliente, spessissimo il difetto è percepito come un problema della pavimentazione, ma non deriva quasi mai dalla pavimentazione. Uno dei componenti (massetto, primer, rasatura o collante) non ha funzionato oppure non era idoneo.
Grazie alla norma UNI 11515-1 è possibile gestire il processo di progettazione e installazione del “Sistema”, definendo già in fase progettuale la tipologia di massetto necessaria, vuoi per questioni di tempi di asciugatura, per necessità di spessore, per la tipologia di utilizzo e sollecitazioni; il primer e rasatura più idonei, oltre al collante ed ovviamente la pavimentazione resiliente.
Leggi anche:
Posa e manutenzione delle pavimentazioni resilienti negli ambienti di lavoro
In occasione del 2° Forum Nazionale Conpaviper, l'Associazione Italiana Sottofondi, Massetti e Pavimentazioni e Rivestimenti Continui, i massetti per i pavimenti resilienti resilienti sono stati oggetto di una sessione dedicata ai "Massetti per i Rivestimenti Resilienti".
Sono intervenuti in qualità di relatori Enrico Barison, Coordinatore della norma UNI 11515, e Gian Luigi Pirovano, Ingegnere forense e rappresentante Conpaviper.
Per Enrico Barison «I rivestimenti resilienti necessitano di un massetto performante in grado di supportare la loro lunga vita operativa, in alcuni casi di oltre 70 anni - ha affermato nella VIDEO intervista - ma soprattutto occorre una preparazione del supporto realizzata con un buon primer e una rasatura, sia a norma fuoco sia con una resistenza meccanica importante».
Gian Luigi Pirovano è intervenuto lasciando da parte gli aspetti squisitamente tecnici, per approfondire quelli economici, riportando, anche nella VIDEO intervista, alcune casistiche di contenziosi legati a pavimentazioni con materiali resilienti. In una causa, a seguito di piccoli e limitati interventi dell'ordine di 50mila euro, sono stati chiesti danni per 2 milioni e 400 mila euro.
Leggi anche
News Vedi tutte