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Dall’emergenza buche alle Smart Road

Obiettivo Smart Road, ma le buche?

Mai come in questo periodo l’attenzione è focalizzata sulle strade e in particolare sulla loro sicurezza, basti pensare al recente crollo del ponte Morandi a Genova, all’esplosione di un’autocisterna nei pressi di Borgo Panigale, vicino Bologna, che ha causato il crollo parziale di un cavalcavia ma, e sembra strano affermarlo dopo i due citati incidenti, una delle maggiori emergenze in Italia, in relazione alle strade, è quella delle buche che ha costituito il leitmotiv dello scorso inverno e continua …

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Immagine tratta da ROMATODAY

Le buche stradali restano però un tema confinato nelle campagne elettorali, esaurita la campagna elettorale non si mettono in atto interventi di piccola o grande scala per risolvere la situazione tanto che ormai siamo tutti rassegnati alle buche, le diamo quasi per scontate e non ci indigniamo come, giustamente, fanno i turisti stranieri che percorrono le nostre strade colabrodo.

La buca in effetti dovrebbe essere un’eccezione e non la regola, se la strada è ben realizzata le buche non si formano; la nostra “assuefazione” alle buche, la prolungata mancanza di manutenzione e di interventi strutturati ha determinato una situazione quasi irreversibile visto e considerato che per riportare in sicurezza il nostro patrimonio stradale, secondo quanto riportato da Siteb (l’associazione Strade Italiane e Bitume, che riunisce più di 250 aziende del settore della manutenzione stradale) occorrerebbe un piano straordinario di oltre 40 miliardi di euro.  

Oggi esistono tecnologie che conferiscono alle strade più portanza e resistenza, esistono fondi e manti di asfalto che grazie alla maggiore portanza evitano fessurazioni, ormaiamenti, rotture e, in definitiva, le buche. Purtroppo queste tecnologie non vincono le gare. È evidente che se l’appalto si basa solo sul prezzo più basso non riusciremo mai a venire a capo del problema, occorre valutare anche la maggiore durata della soluzione proposta (se spendo il doppio ma la strada dura il triplo è chiaro che a lungo termine ottengo un risparmio).

Sarebbe fondamentale avere una garanzia dalla ditta esecutrice che, in caso di formazione di buche prima del previsto, dovrebbe provvedere di tasca propria al ripristino del manto arrivando a poco a poco alla situazione (per noi attualmente assolutamente utopistica!) degli Stati Uniti, dove le strade asfaltate con il cosiddetto “perpetual pavement” sono garantite anche per cinquanta anni. 

2-smart-road-buche-perpetual-pavement.JPGOvviamente occorre anche prevedere una costante manutenzione ordinaria cioè un rifacimento periodico dei “tappetini di usura”, lo strato più superficiale del manto stradale che, se rinnovato periodicamente (ogni 8/12 anni), consente di proteggere gli strati inferiori con una spesa limitata. 

In Italia, invece, la manutenzione stradale anzichè essere programmata insegue le emergenze con una serie di interventi tappabuchi i cui effetti sono sotto gli di tutti: spaccature e infiltrazioni d’acqua che penetrano in profondità tanto che è sufficiente un temporale a frantumare l’asfalto e a formare crateri pericolosissimi per ciclisti e motociclisti e non solo a Roma! 

Eppure i progetti innovativi legati proprio alle strade, alla loro digitalizzazione, alla loro sicurezza, alle caratteristiche del manto ecc. sono innumerevoli: si va dal via alla sperimentazione delle Smart Road al progetto LIFE NEREiDE attualmente in corso in Toscana. 

Il progetto LIFE NEREiDE, cofinanziato dalla Comunità Europea e guidato dal Dipartimento di Ingegneria Civile e Industriale dell’Università di Pisa, si propone di testare l'impiego di nuove pavimentazioni stradali porose a bassa emissione sonora composte da asfalto riciclato e polverino di gomma riciclata da Pneumatici Fuori Uso.

L’obiettivo del progetto è quello di mettere a punto una miscela produttiva ottimale e delle linee guida destinate alle Pubbliche Amministrazioni, che potranno così inserire queste miscele nei capitolati di appalto quando hanno necessità di intervenire sui livelli eccessivi di rumore. Una direttiva europea obbliga infatti amministrazioni e gestori di strade ad intervenire dove l’esposizione al rumore supera le soglie raccomandate dalla Organizzazione Mondiale della Sanità.

Pietro Leandri, professore associato dell’Università di Pisa e coordinatore del progetto spiega: “Ci siamo concentrati sullo studio di miscele innovative e sostenibili dal punto di vista ambientale, alcune delle quali con elevate percentuali di materiali riciclati, che garantiscano comunque una lunga durata della pavimentazione. La gestione e manutenzione delle nostre strade è sotto la lente dei media ma anche e soprattutto del mondo scientifico e accademico”.  

Con il decreto del MIT del 28 febbraio scorso   l’Italia si prepara a viaggiare sulle Smart Road.

Smart Road è una nuova concezione di strada digitale che  prevede una connessione con i veicoli che la percorrono consentendo a chi guida di ricevere istantaneamente notizie sulle condizioni stradali, del traffico o altre situazioni particolari grazie all’introduzione dell’Internet of Things. Con le Smart Road si dà il via alla sperimentazione su strada dei veicoli a guida automatica

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Anas smart road - Immagine tratta da dal sito carloratti.com

Per raggiungere l’obiettivo Smart Road l’Anas ha commissionato a CRA-Carlo Ratti Associati un progetto per il programma Smart Highway, che riguarda più di 2.500 chilometri di strade e autostrade. Il progetto prevede un sistema di infrastrutture pioneristico con droni  e pali di rilevamento posizionati lungo la rete stradale che funzioneranno da hub informativi inviando informazioni utili ai conducenti o ai futuri veicoli a guida autonoma. I droni saranno dotati di una serie sensori e servizi di connessione Wi-Fi in-motion. Sopra ogni palo è prevista una stazione di ricarica da cui i droni possono decollare e monitorare la strada. Grazie ai dati così raccolti, il sistema può informare i conducenti, in tempo reale, delle condizioni della strada da percorrere inviando messaggi direttamente sul cellulare di ciascun conducente o al sistema di navigazione di bordo di ogni veicolo, che a sua volta può restituire il proprio feedback al sistema. 

I droni saranno utilizzati quindi sia per monitorare le condizioni stradali in nome della sicurezza sia per effettuare attività di ricognizione a scopo manutentivo, potranno infatti ispezionare gallerie, viadotti e controllare aree difficilmente raggiungibili se non con mezzi speciali.

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L’Italia è veramente il Paese dei contrasti, da una parte condizioni disastrose delle strade con buche-crateri in ogni dove e dall’altra il via alla sperimentazione delle Smart Road e il progetto LIFE NEREiDE in corso…
E così, percorrendo in bicicletta una delle tante strade italiane rattoppate all’inverosimile, facendo lo slalom tra buche e rigonfiamenti determinati dalle radici dei pini, mi consolo pensando che, a breve, avremo un’app che ci aiuterà a schivare le buche …